Reggio Calabria, tra miti e leggende:
“Dove l’Apsia, il più sacro dei fiumi, si getta in mare, troverai
una femmina congiunta ad un maschio; lì fonda una città, poiché il
Dio ti concede la terra Ausonia”.
Seguendo queste parole dell’oracolo di Apollo in Delfi, un gruppo di
calcidesi s’avventurò per il mare Jonio e, quando avvistò sulla
costa calabra una vite intrecciata a un fico selvatico, comprese che
si doveva fermare proprio in quel luogo.
Questa la leggenda che attribuisce ai calcidesi la fondazione della
città di Reggio Calabria, circa 3000 anni fa.
La scelta di questo lembo di terra per la costruzione della bella
Reghion fu motivata dalla necessità di avere una base marittima che
potesse servire, insieme con Zancle, l’attuale Messina, al controllo
dello stretto, chiave dei transiti commerciali dei navigatori greci
verso il tirreno. Con i calcidesi Reghion viene urbanizzata e
trasformata in una comunità civica autonoma.
Nei secoli ha conosciuto diverse dominazioni, ma anche tante
avversità naturali. Risalgono al 1783 i primi importanti movimenti
tellurici che sconvolsero gli abitanti ed il territorio. La Reggio
ottocentesca, in gran parte ricostruita, collezionò edifici pubblici
e residenze private in stile neoclassico tutt’attorno il Corso
intitolato a Giuseppe Garibaldi.
Dopo poco più di un secolo (28 dicembre 1908), però, un altro sisma
ed un maremoto ridussero la città in macerie. Si rese necessaria
un’altra ricostruzione, affidata all’ing. Pietro de Nava. La città
risorse ancora più bella e viva, fino alla creazione della grande
Reggio, nata dalla conurbazione di piccoli comuni limitrofi.
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Vista panoramica del lungomare di Reggio |
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Il lungomare dalla stazione Lido |
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