ITINERARIO VIOLA - MELICUCCà
S. ELIA SPELEOTA

Il paesino di Melicuccà sorge tra gli uliveti che si spingono dal "Bosco degli ulivi"della Piana di Gioia Tauro sino alla fascia montana che porta ai " Piani della Corona"Le origini del centro abitato risalgono al X sec. e si ritiene che le primitive popolazioni che vi si insediarono furono sostenute dalla presenza dei monaci italo-greci che vissero nei pressi dell'attuale paese. Nei pressi di Melicuccà, su una parete di tufo tra gli uliveti si individua un complesso di cavità ed anfratti dei quali la principale è la grotta di S. Elia Speleota, dove l'11 settembre ci si reca in pellegrinaggio per venerare il santo. All'interno l'altare, le icone ed il fonte sul quale dall'alto della spelonca gocciola lentamente e perennemente l'acqua miracolosa che S. Elia avrebbe fatto sgorgare dalla roccia.
S. Elia nacque a Reggio Calabria nell'864, a 18 anni iniziò la sua vita di asceta. Dopo aver vissuto in Sicilia, a Roma e a Patrasso, conobbe Cosma, monaco asceta che viveva in una grotta nei pressi di Melicuccà.
Elia si unì a Cosma e quando si diffuse la notizia delle guarigioni da lui operate e della sua santità, nuovi religiosi lo raggiunsero, scavarono nuove grotte e vi si stabilirono. Sorse così un complesso rupestre e la spelonca di Elia venne adattata a chiesa. Risulta che alla fine del I millennio sul sito vi fosse un monastero basiliano e che in seguito sullo stesso territorio ne siano sorti altri. Oggi, tra gli ulivi secolari, sono ben visibili le grotte e, nei pressi della spelonca dove visse S. Elia, i resti del monastero.

S. LEO: UN SANTO PER DUE CITTA'
S. Leo fu un monaco asceta italo-greco, prese i voti nel monastero di Africo Vecchio poi,dopo aver vissuto in Sicilia, ritornò sulle montagne tra Bova ed Africo dove visse in solitudine. Non si hanno notizie certe sulla nascita(V sec. o XI-XII sec.) né sul luogo della morte che entrambi i paesi rivendicano. Con certezza gli vengono attribuiti il mestiere di boscaiolo, la dedizione ai poveri e bisognosi per i quali lavorava e compiva miracoli e la capacità di liberare gli indemoniati. IL MIRACOLO DI S. LEO - Il Santo è raffigurato con la scure in mano: con essa praticava dei tagli a forma di V sulla corteccia degli alberi, dal taglio veniva fuori la pece che il santo trasformava in pane per i bisognosi.

LEGENDA

ASCETISMO BASILIANO
Nel periodo delle lotte iconoclaste numerosi monaci greco-ortodossi, in fuga dai loro centri d'origine, giunsero sull'attuale territorio reggino dove trovarono rifugio nelle numerose grotte che i versanti montani offrivano. Il loro modello di vita venne seguito da numerosi giovani del territorio che si dedicarono alla vita monastica e che vengono definiti monaci italo-greci. L'ideale supremo dei monaci era l'"hesychìa", la contemplazione nella tranquillità e nel silenzio. Vivevano dedicandosi alla contemplazione, pregando e lavorando; la loro alimentazione consisteva in bacche e verdure crude, si immergevano nelle fredde acque di fiumi e torrenti, si dedicavano allo studio dei testi sacri, operavano miracoli. Gli elementi caratterizzanti la loro vita quotidiana (contemplazione, preghiera, solitudine, lavoro) sono i punti cardine della Regola di San Basilio. La maggior parte dei monaci trascorse la propria vita passando dalla forma ascetica alla forma cenobiale. Spesso, fondati i cenobi, continuavano a vivere in ascesi spostandosi in altri luoghi. Gli asceti divennero sempre punti di riferimento per gli abitanti dei territori dove si stabilivano ai quali insegnarono a lavorare e coltivare la terra (essi stessi univano all'ascesi il lavoro svolto per il sostentamento dei più poveri), trasmisero lo studio delle discipline religiose, letterarie e scientifiche. AREA GRECANICA - E' il territorio che si estende sull'estremità meridionale della provincia e comprende Bova, Roghudi, Gallicianò e Roccaforte del Greco. E' l'area dei " Greci di Calabria" nella quale sopravvivono la lingua e le tradizione delle antiche comunità greche che si stabilirono in Calabria.Per molto tempo la lingua parlata fu il grecanico le cui tracce si rinvengono ancora oggi dovunque ( nella segnaletica, nell'idioma degli anziani, nelle antiche nenie ancora in uso in particolari manifestazioni…..)